Intorno agli anni 60-70 nelle piccole cittadine del meridione erano presenti uno o più studi fotografici, si occupavano soprattutto delle prime comunioni, delle cresime e dei matrimoni, a volte per le classi più abbienti anche di qualche compleanno, della laurea, delle foto dei primi abiti con i calzoni lunghi per i maschi e dei fidanzamenti per le donne.
In uno di questi paesi erano presenti due studi fotografici: Battacchi e “1 Minuto”, quest’ultimo così soprannominato perché garantiva le foto tessera in 1 minuto, nella realtà i tempi erano più lunghi, anzi per le foto professionali erano ancora i tempi della lastra e del lampo a magnesio.
Per noi ragazzi quello studio fotografico esercitava un fascino speciale, le attività preparatorie ci vedevano attaccati alla vetrina ad osservare la sistemazione dei fondali dipinti con le rovine romane o con i paesaggi, gli sgabelli con la vite per alzarli e abbassarli, le sedie con le spalliere altissime tipo rinascimento, il cavalletto di legno, la camera fotografica, le lastre di vetro, il panno nero dove si celava il “Minuto” prima dello scatto con la pompetta, la vaschetta col magnesio per il lampo.
Tradizionalmente qualche famiglia bene, in occasione del Natale si presentava al completo (genitori e figli) dal fotografo con gli abiti della festa a farsi immortalare per mostrare ad amici e parenti lontani le foto.
E siccome le tradizioni si mantengono, anche noi ragazzi di paese avevamo le nostre.
Lo studio del fotografo ”1 Minuto” era uno stanzone profondo che traversava completamente il caseggiato da parte a parte, tant’è che noi ragazzi dalla vetrina d’ingresso vedevamo il paesaggio di campagna attraverso le finestre dalla parte opposta, sul lato sinistro dello stanzone era allestita la zona delle ripresa vera e propria.
Dopo aver assistito alla preparazione dei fondali, della fotocamera, etc., e avere ben disposto i componenti la famiglia, il “ Minuto” si avvicinava alla camera, inseriva la lastra, si ricopriva il capo col drappo nero, nella mano sinistra l’attrezzo col magnesio (per il lampo) e nella destra la pompetta per lo scatto, invitando i presenti a sorridere e …………nel momento preciso dello scatto con ancora presenti negli occhi e nei gesti le raccomandazioni del fotografo, noi ragazzacci suonavamo il campanello, era una sorta di scampanio assordante che faceva sobbalzare per primo il fotografo che inavvertitamente stringeva la pompetta facendo partire lo scatto e il lampo al magnesio, stralunando al contempo la famiglia così accuratamente disposta a ridosso del fondale.
La reazione scomposta del “Minuto” era istantanea, gridando e bestemmiando si precipitava alla porta d’ingresso da dove noi ragazzi avevamo assistito ai preparativi, ma il fuggi fuggi era stato rapido e già distanti vedevamo il “Minuto” rosso dalla rabbia schizzare nella strada antistante e gridando a squarciagola minacciarci di denuncia, dandoci dei figli di buona donna etc. etc..
Ma, la tradizione natalizia andava mantenuta e quasi vecchio con lo studio fotografico ammodernato coi tempi, il “Minuto” subiva lo scherzo della tradizione ancora da noi non più ragazzi.
Buon Natale